In un video pubblicato nel gennaio 2015 su YouTube, lo scrittore ed esperto di urbanistica svizzero Alain de Botton ha diffuso un divertente e provocatorio manifesto in sei punti, contenente le caratteristiche che le città dovrebbero avere per “percorrere la strada verso la bellezza”: essere ordinata ma non troppo, organizzando gli spazi cittadini con “complessità organizzata”; essere viva, privilegiando strade brulicanti di persone e attività rispetto alle anonime e vuote zone industriali; essere compatta, per consentirci di vivere vicini gli uni agli altri; essere percorribile da tutti – sia veicoli che pedoni – e possedere sia strade grandi per orientarsi, sia viuzze e vicoli che permettano di girovagare e ritrovare una sensazione di mistero; essere fatta a misura d’uomo, perché nessuno si senta insignificante; infine essere locale, sviluppandosi secondo il clima, la storia e la cultura che la rappresenta e non omologandosi alle altre città.

De Botton si riferiva a qualità architettoniche. Ma le città, proprio come le nostre case, sono fatte anche (e soprattutto) delle persone che le abitano e del modo in cui si relazionano le une con le altre e con i luoghi che abitano. Spesso pensiamo di non poter contribuire a rendere belli e vivibili i posti in cui viviamo, e che questo compito sia riservato a irraggiungibili apparati amministrativi. Invece prendersi cura, da cittadini, dei nostri spazi è possibile! Questa possibilità è sancita nella Costituzione Italiana, che dice, all’art. 118, che “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

Il principio di sussidiarietà consente ai cittadini (in forma singola, associata o collettiva) ed all’amministrazione pubblica di svolgere, su un piano paritario, attività di interesse generale, concernenti la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni: di tutti quei beni, cioè, che sono funzionali al benessere della comunità e dei suoi membri, all’esercizio dei diritti fondamentali della persona e all’interesse delle generazioni future.

Come diventa concreta la sussidiarietà? Per attuare la Costituzione e consentire ai cittadini volenterosi di attivarsi, sempre più comuni sperimentano l’amministrazione condivisa, un modello organizzativo fondato sulla condivisione di risorse e responsabilità fra cittadini e fra cittadini ed amministrazioni. Le forme di collaborazione sono disciplinate attraverso l’adozione di un “regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni”, e le varie collaborazioni si avviano stipulando, su proposta dei cittadini, dei “patti di collaborazione”, che definiscono di volta in volta gli interventi di cura, gestione o rigenerazione di beni comuni.

Costruire alleanze per prenderci cura della nostra città e dei beni comuni urbani è un percorso che richiede il contributo, l’impegno e la voce di tutti: per questo nascono i laboratori civici, incontri informali tra cittadini, associazioni, istituzioni, centri di servizi del terzo settore per conoscersi, confrontarsi e per giungere alla elaborazione delle proposte di patti di collaborazione. La cura dei beni comuni può assumere tante forme: curare e riqualificare i giardini pubblici, ridipingere le pareti delle aule scolastiche, valorizzare beni culturali, creare posti dove incontrarsi a partire da spazi abbandonati, organizzare concerti, spettacoli e feste dove di solito non se ne organizzano. I laboratori sono fucine di idee condivise e da condividere, in cui ciascuno scopre come contribuire, con le proprie capacità e risorse, a migliorare la comunità e il territorio di cui è parte.

A partire dal mese di giugno, assieme all’associazione Labsus – Laboratorio di Sussidiarietà, Legami Leali è al fianco delle amministrazioni e dei cittadini attivi della comunità gardesana, per sperimentare insieme pratiche di amministrazione condivisa e liberare risorse locali utili a prenderci cura di questo territorio. Presso i Comuni di Bedizzole e di Toscolano Maderno, che per primi hanno intrapreso il percorso dell’approvazione di un regolamento sull’amministrazione condivisa, sono già partiti i primi laboratori civici, attraverso i quali i cittadini attivi stanno elaborando delle proposte un patto di collaborazione. Ma già altri regolamenti e laboratori bollono in pentola!

Sei un cittadino attivo o un’associazione? Hai un’idea da condividere o vuoi semplicemente contribuire alla cura della tua città? Cerca nel nostro calendario il laboratorio civico nel tuo comune, oppure contattaci!